Terragen, il futuro della visualizzazione 3D

Terragen, la cui preview della seconda versione è appena stata rilasciata, è un software creato per il rendering fotorealistico di scene 3D, che affianca a una potente serie di strumenti anche una funzione per l’import/export di modelli digitali del terreno.

I risultati ottenibili sembrano veramente eccezionali e il programma, in questa fase del suo sviluppo, è scaricabile gratuitamente per uso personale.

Per avere un’idea delle sue potenzialità si possono visitare le gallerie d’immagini presenti sul sito ufficiale, o provare personalmente a creare una scena dopo aver installato il programma.

Presso il Centro per l’Analisi Spaziale Avanzata dell’University College di Londra hanno provato la nuova versione e per realizzare l’immagine visibile sul loro blog hanno impiegato un’ora e venti minuti con un processore a 3.2 Ghz con 2Gb Ram. Una prova tra le più banali e che fa riflettere su un punto: la rappresentazione 3D è sempre più avanzata, ma richiede tempo ( e quindi risorse) per essere realizzata.

Risorse permettendo, la visione 3D è certamente una delle frontiere del GIS e dell’informazione geografica più attive; il successo di Google Earth ne è la prova più visibile, ma lo sono anche il proliferare di una sempre più numerosa schiera di strumenti per il 3D, legati agli usi più disparati.

Un modo nuovo di rappresentare il territorio che in parte esce dagli schemi della tradizionale rappresentazione cartografica e che fa propri altri linguaggi di comunicazione visiva.

A favorire questa tendenza è certamente il continuo progresso tecnologico nel campo informatico, che mette a disposizione hardware sempre più potente e strumenti software sempre più sofisticati, ma è anche la sempre più numerosa disponibilità di immagini satellitari ad alta risoluzione integrate con dati territoriali 3D, senza le quali nulla sarebbe ovviamente realizzabile.

Il futuro della visualizzazione 3D? Potrebbe facilmente essere, anche alla luce di questi potenti strumenti di rendering, una riproduzione digitale del mondo sempre più realistica, ma anche sempre più virtuale e quindi non reale, dove tutto può essere aggiustato o modificato a proprio piacimento. A ben vedere, una prerogativa questa che da sempre appartiene al linguaggio cartografico.

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